Fai-da-te digitale per disabili... e un suo "effetto collaterale" didattico

Buonasera a tutti,

stimolato da questa osservazione di Rosario ( qui il post completo):

L'uso [del digital DIY] riduce l'opposizione tra teoria e pratica, astratto e concreto e mostra come un oggetto tecnologico sia un mix di progetto e materia. Questo è interessante per un uso didattico. Da tempo viviamo l'idea, di origine pedagogica, di "pensare con le mani", di "imparare facendo", ma oggi questa idea è alla portata di tutti. Costruire un oggetto costringe ad acquisire informazioni, conoscenze teoriche

ve ne propongo un esempio secondo me interessante, che viene proprio dall'Italia, per la precisione da Monza:

http://www.didiy.eu/blogs/digital-diy-makes-art-more-accessible-disabled...

In breve, il fablab locale ha stampato in 3D, come bassorilievi, diversi quadri di Caravaggio, per permettere ai non vedenti che visitano quella mostra di "vederli" comunque, con le mani. L'aspetto didattico interessante, nel senso descritto da Rosario, sta nel fatto che per riuscirci non hanno dovuto "soltanto" imparare a usare bene una stampante 3D e il relativo software. Ma hanno dovuto anche studiare, per avvicinarsi allo stesso effetto, anche come e perché Caravaggio pennellava, stendeva il colore, usava diverse tinte e così via. In altre parole, per fare una stampa 3D adeguata all'uso che volevano farne, hanno dovuto studiare seriamente anche storia dell'Arte. Il che significa, forse, che il digital DIY si potrebbe usare in certi casi anche per avvicinare a soggetti "alti", "difficili", anche studenti che non ce la farebbero, o non avrebbero alcun interesse a studiare le stesse cose tradizionalmente

in particolare da q